- 11/01/2025
- Dolori articolari
Cos’è la Coxartrosi?
La coxartrosi, o artrosi dell’anca, è una patologia cronica e invalidante che colpisce in modo prevalente la cartilagine articolare, con conseguente deterioramento dell’articolazione. Essa può, tuttavia, interessare anche altre strutture articolari, come l’osso subcondrale, la sinovia, la capsula articolare e i legamenti. Questa condizione è caratterizzata da una degenerazione progressiva dell’intera articolazione sinoviale, il cui sviluppo è il risultato di fattori meccanici, infiammatori e metabolici che interagiscono tra loro. L’artrosi rappresenta l’esito di uno squilibrio tra i processi distruttivi e riparativi che coinvolgono i tessuti articolari. Secondo studi epidemiologici, l’artrosi dell’anca colpisce circa il 10% delle persone oltre i 65 anni, ma solo il 50% di esse manifesta sintomi evidenti [1]. In particolare, si rileva un significativo impatto della patologia sulla disabilità lavorativa, seconda solo alla cardiopatia ischemica nei soggetti maschi di età superiore ai 50 anni.
Quali sono le cause della Coxartrosi?
L’invecchiamento è uno dei principali fattori predisponenti l’insorgenza e la progressione dell’artrosi, insieme ad altri fattori meccanici, come il peso corporeo, che agisce in modo particolarmente significativo sull’articolazione dell’anca. Le articolazioni del corpo umano più frequentemente coinvolte da artrosi sono l’anca e il ginocchio.
L’artrosi può essere classificata come primaria (idiopatica) o secondaria, quando si sviluppa a seguito di patologie come traumi, displasia articolare o malattie infiammatorie croniche.
Quali sono i sintomi della Coxartrosi?
Le manifestazioni cliniche della coxartrosi includono debolezza muscolare, dolore, rigidità articolare e limitazioni nelle attività quotidiane. Il dolore tende a intensificarsi progressivamente con l’avanzare della malattia, diventando un sintomo invalidante e costante nei casi più gravi. Tuttavia, il dolore può migliorare con l’applicazione di calore e con il movimento, a condizione che quest’ultimo non sia eccessivo in termini di durata e intensità. Il dolore si localizza generalmente nella regione trocanterica e nell’inguine, ma può irradiarsi anche verso le natiche o il ginocchio. La rigidità articolare è più marcata al risveglio o dopo periodi di inattività, e può dare luogo a veri e propri blocchi del movimento.
Come si effettua la diagnosi di Coxartrosi?
La diagnosi di coxartrosi si basa sull’analisi di:- Dati anamnestici (storia clinica, dolore, rigidità e limitazione funzionale);
- Esame obiettivo (limitazione nella flessione e nella rotazione interna, con dolore durante il FADDIR e FABER test);
- Imaging radiografico (riduzione della rima articolare, radio-opacità significativa nelle limitanti articolari, osteofiti o deformazione della testa femorale).
Quali sono le cure più efficaci per la Coxartrosi?
Secondo le più recenti evidenze scientifiche, il trattamento iniziale dovrebbe concentrarsi sull’educazione del paziente, sull’esercizio terapeutico e sulla perdita di peso (se necessario). È fondamentale informare il paziente sui fattori che possono peggiorare i sintomi e che devono essere evitati, oltre a indicargli le attività che possono avere effetti positivi, come un programma mirato di esercizi. L’esercizio terapeutico comprende principalmente esercizi di rinforzo muscolare isometrico e isotonico, nonché esercizi di equilibrio e propriocezione [2]. Nei pazienti obesi, la riduzione del peso corporeo, che grava sull’articolazione, è un fattore determinante per migliorare la sintomatologia e la funzionalità. Inoltre, la riabilitazione dell’artrosi all’anca prevede l’impiego di terapie fisiche (come la termoterapia) e la terapia manuale per incrementare la mobilità e ridurre il dolore.
Nei casi iniziali, si può prescrivere l’uso di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) per brevi periodi, laddove non vi siano controindicazioni. Inoltre, l’impiego di integratori condroprotettori nelle fasi precoci della patologia potrebbe essere consigliato, sebbene la loro reale efficacia non sia ancora completamente definita.
Nei casi di coxartrosi lieve-moderata, le infiltrazioni ecoguidate possono rivelarsi utili. Questa tecnica consente di somministrare farmaci o medical device nello spazio articolare, ottimizzandone l’efficacia terapeutica e riducendo gli effetti collaterali rispetto alle terapie sistemiche. Tra i farmaci più utilizzati figurano gli antinfiammatori steroidei e gli acidi ialuronici ad alto peso molecolare. La procedura si esegue in circa 10-15 minuti, sotto monitoraggio ecografico in tempo reale, e il paziente potrà camminare immediatamente dopo il trattamento.
Nella letteratura scientifica sono presenti numerosi studi sulle infiltrazioni ecoguidate all’anca, che mettono a confronto l’efficacia dei diversi farmaci. Ad esempio, uno studio del 2009 con gruppo controllo, condotto dal gruppo di Migliore [3], ha evidenziato l’efficacia a medio/lungo termine dell’acido ialuronico in termini di dolore e funzionalità articolare. Inoltre, le infiltrazioni ecoguidate con acido ialuronico hanno mostrato un’efficacia comparabile a quella del PRP (fattori di crescita piastrinici) a 12 mesi [4].
Nei casi di coxartrosi moderata o grave che non abbiano risposto in modo soddisfacente alle terapie conservative, sarà fondamentale ricorrere ad una valutazione ortopedica. In molte situazioni, sarà infatti necessaria una chirurgia protesica. Le principali opzioni chirurgiche includono l’artroprotesi, che prevede la sostituzione sia dell’acetabolo che della testa femorale, e l’endoprotesi, che sostituisce solo la componente femorale.
L’intervento chirurgico può essere eseguito mediante tre approcci principali:
- Posterolaterale, il più comune, che prevede la dissezione del grande gluteo e l’incisione della fascia lata.
- Anteriore diretto, sempre più popolare, che sfrutta l’intervallo tra il tensore della fascia lata/sartorio e il gluteo medio/retto femorale.
- Anterolaterale.
Nel caso in cui il chirurgo abbia esperienza, l’approccio anteriore diretto può essere preferito. Questo approccio consente di preservare le strutture muscolo-tendinee, riducendo così i tempi di recupero. I tessuti muscolari vengono semplicemente divaricati per accedere all’articolazione e posizionare la protesi, con una minore perdita di sangue rispetto agli approcci tradizionali. Inoltre, la fisioterapia può essere avviata già poche ore dopo l’intervento. Un accesso anteriore, considerato mini invasivo, riduce anche i rischi infettivi e il tempo chirurgico. L’aspetto estetico ne beneficia notevolmente, soprattutto se si utilizza la variante “bikini” lungo la piega inguinale, rendendo la cicatrice quasi invisibile.
L’obiettivo principale dell’intervento chirurgico è ripristinare la mobilità articolare, alleviare o eliminare il dolore e ottimizzare la capacità funzionale complessiva del paziente. Il recupero non termina con l’intervento: un percorso riabilitativo post-operatorio è cruciale per raggiungere un risultato ottimale e un completo ritorno alle attività quotidiane.
In conclusione:
- La coxartrosi è una condizione patologica caratterizzata da dolore e deficit funzionale a livello dell’anca.
- L’artrosi dell’anca colpisce circa il 10% delle persone oltre i 65 anni, e solo il 50% di esse manifesta sintomi.
- La diagnosi si basa su anamnesi, esame clinico ed imaging radiografico.
- La fisioterapia associata a modifiche delle attività provocative rappresenta il trattamento di prima scelta.
- L’infiltrazione ecoguidata intra-articolari con acido ialuronico è estremamente utile nei casi di artrosi lieve-moderata.
- Se l’artrosi fosse in fase avanzata o non responder al trattamento conservativo sarà utile rivolgersi al chirurgo ortopedico.
- Il recupero non termina con l’intervento: un percorso riabilitativo post-operatorio è cruciale per raggiungere un risultato ottimale e un completo ritorno alle attività quotidiane.