- 09/02/2021
- Dolori articolari
Che cos’è l’artrosi all’anca?
L’artrosi dell’anca è una patologia progressiva e cronica che colpisce principalmente la cartilagine
articolare, ma può creare anche alterazioni all’osso subcondrale, alla sinovia, ai legamenti e alla capsula.
Le grandi articolazioni portanti (come l’anca e le ginocchia) sono quelle maggiormente colpite
dall’artrosi. E’ stato stimato un rischio di sviluppare artrosi sintomatica dell’anca nel corso della vita pari
ad un 18,5% per gli uomini e 28,6% per le donne. Inoltre possiamo dividere l’artrosi in primaria ( non
conosciamo la causa, colpisce perlopiù anziani in molteplici sedi) e secondaria (conseguenza di traumi,
anomalie metaboliche ecc, colpisce una sola articolazione).
Quali sono i sintomi dell’artrosi all’anca?
Le manifestazioni cliniche dell’artrosi all’anca sono la debolezza muscolare, l’atrofia muscolare, il
dolore, la rigidità che impattano sull’autonomia nello svolgimento delle attività di vita quotidiane. La
progressione della malattia, può portare ad un dolore invalidante. Il dolore tende a peggiorare con il
freddo e migliorare con il caldo e con il movimento; il dolore si localizza solitamente all’inguine e alla
coscia a volte presenta irradiazione nella regione glutea e del ginocchio.
Come si effettua la diagnosi dell’artrosi all’anca?
La diagnosi si basa sulla ricerca dei segni e sintomi suggestivi di artrosi all’anca (dolore, rigidità
articolare, impotenza funzionale ecc) associati ad un riscontro all’imaging radiografico. Sarà semplice
all’RX comprendere lo stato dell’articolazione per poi andare a determinare il grado di avanzamento della
patologia e da lì il trattamento più idoneo da effettuare.
Quali sono le cure più efficaci dell’artrosi all’anca?
Il trattamento dell’artrosi all’anca sarà inizialmente quasi sempre di tipo conservativo. La prima linea di
trattamento è basata su esercizi attivi, terapia manuale ed educazione del paziente [1]. Si potranno
aggiungere anche terapie farmacologiche orali con FANS e integratori condroprotettori a base di
collagene, glucosamina e condroitina. Possono essere utili anche dei mezzi fisici come tecar e ipertermia
per andare a stimolare i tessuti attraverso del calore endogeno (calore generato all’interno dei tessuti in
profondità). Risultano efficaci anche le infiltrazioni con acido ialuronico per ridurre il dolore e migliorare
la funzione con efficacia spesso già dal primo trattamento. Qualora non dovessimo aver ottenuto dei
risultati significativi andrà valutata l’opzione chirurgica ortopedica. In questo caso l’artroprotesi risulta la
scelta più frequente e con risultati migliori; ad oggi esistono diversi tipi di protesi e di accessi chirurgici
che verranno scelti dal chirurgo seguendo determinati parametri come l’età del soggetto, il peso ecc.
Dopo l’intervento seguirà un periodo di riabilitazione intensivo che avviene spesso in regime di ricovero
(25-30 giorni) e poi ambulatoriale per alcuni mesi.