Improvvisa impossibilità nell’alzare il braccio: Caso clinico

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Caso Clinico:

RT, 31 anni, impiegata  viene in visita per un’improvvisa perdita di forza alla spalla sinistra che le impedisce di sollevare il braccio, comparsa circa 2 settimane prima e che limita in maniera grave le sue attività quotidiane. Aveva effettuato delle sedute fisioterapiche manuali senza alcun beneficio. La paziente riferiva di non soffrire di patologie croniche e di non aver avuto traumi alla spalla. Riferiva inoltre di non avere dolore ma esclusivamente un deficit funzionale totale nella abduzione del braccio. All’esame obiettivo non si notavano differenze anatomiche tra la spalla destra e sinistra, quest’ultima che tuttavia appariva leggermente sollevata sul piano frontale. La palpazione della muscolatura cervicale e periscapolare sx metteva in luce una maggiore attivazione e dolorabilità, probabilmente per un meccanismo di compenso. I test di forza evidenziavano assenza totale di reclutamento dei muscoli abduttori di spalla senza tuttavia comparsa di dolore. I test di sensibilità erano nella norma così come i riflessi. I test di provocazione radicolare (es. Spurling) apparivano negativi. Il quadro clinico appariva insolito e basandomi sull’anamnesi e sull’esame obiettivo i quadri più probabili potevano essere:
  • Lesione muscolare o tendinea (però avrebbe dovuto avere dolore)
  • Cervicobrachialgia o snd dello stretto toracico ( test negativi e non aveva sofferenze al rachide cervicale)
  • Neuriti o neuropatie da intrappolamento (rare)
A questo punto ho effettuato una ecografia che non evidenziava lesioni muscolari e richiedo una RMN cervicale per escludere discopatie e EMG per valutare nello specifico il grado di innervazione dei muscoli intrinseci della spalla; In particolare nella richiesta ponevo il sospetto di una compressione del nervo sovrascapolare sx. La paziente tornava da me dopo una settimana con entrambi gli esami che confermavano la sofferenza esclusivamente del muscolo sottospinato.
Diagnosi: neuropatia del nervo soprascapolare sinistro a livello del legamento spino glenoideo (subito dopo il passaggio attraverso l’incisura della scapola).[1]
Questo disturbo può essere causato da una compressione o un leggero stiramento del nervo molto frequente negli sport di lancio e con movimenti sopra la testa (pallavolo e tennis). A questo livello le fibre sono esclusivamente motorie e innervano il muscolo sottospinato che è un extra-rotatore e abduttore di spalla.
compressione del nervo

A questo punto ho impostato un programma terapeutico multidimensionale con:

    • Infiltrazione ecoguidata perineurale del nervo soprascapolare al passaggio dell’incisura della scapola sinistra allo scopo di disinfiammare il nervo e modulare la sua azione.
  • Utilizzo di integratori neurotrofici allo scopo di nutrire il nervo sofferente.
  • Fisioterapia strumentale domiciliare con elettroterapia di stimolazione triangolare (muscolo denervato)
La paziente è tornata a controllo dopo 1 mese riferendo un notevole incremento della forza muscolare e un movimento completo della spalla contro gravità ma senza l’applicazione di resistenza (forza muscolare di grado 3-4/5). Ho reimpostato la fisioterapia associando all’elettrostimolazione la rieducazione motoria della spalla con cadenza bisettimanale; Ha proseguito l’integratore. Alla seconda visita di controllo a distanza di un altro mese la forza muscolare appariva quasi completa e la mobilità totalmente recuperata. La paziente era estremamente soddisfatta e ha potuto riprendere a pieno tutte le attività della vita quotidiana, anche quelle sportive.
Foto 4 prima
Prima
Foto 5 dopo 60 giorni
Dopo 60 giorni

In conclusione:

  • La neuropatia del nervo soprascapolare sinistro a livello del legamento spino glenoideo è una patologia rara ed estremamente difficile da riconoscere.
  • Gli esami diagnostici come ecografia,RMN ed elettromiografia sono stati fondamentali.
  • L’integratore neurotrofico così come l’elettrostimolazione sono importanti per poter stimolare il recupero anatomico/funzionale del nervo.
  • Se non avesse risposto bene alla terapia si sarebbe dovuta prendere in considerazione l’ipotesi chirurgica di decompressione del nervo.