- 11/03/2021
- Patologie sportive, Tendinopatie
Che cos’è l’epicondilite?
La Tendinopatia Laterale di Gomito anche nota come “Gomito del Tennista” è la sindrome da overuse più comune nel gomito. I tendini coinvolti appartengono ai muscolo estensori di polso e dita ed in particolare è coinvolto l’estensore radiale breve del carpo. Il dolore si presenta lateralmente al gomito, in particolare nei movimenti di estensione del polso. Colpisce circa il 3% della popolazione, di entrambi i sessi, tra i 35- 50 anni [1].
Quali sono le cause dell’epicondilite?
Attività ripetitive come l’uso del computer, il sollevamento di carichi pesanti, la prono-supinazione, e le vibrazioni rappresentano dei fattori di rischio estrinseci. Altri fattori di rischio comprendono: errori di allenamento, invecchiamento, problemi di circolazione, deficit di forza, deficit ormonali (es. ipotiroidismo) e fattori psicologici.
Come si effettua la diagnosi di epicondilite?
La diagnosi si basa su un’attenta anamnesi, l’esame obiettivo con l’utilizzo di test specifici e l’imaging di supporto. Tra gli esami di imaging il gold standard è rappresentato dall’ecografia che permette di avere un quadro chiaro in alta definizione della struttura del tendine e allo stesso tempo valutare condizioni di ipervascolarizzazione con powerdoppler. Altre metodiche di secondo livello possono essere l’RX del gomito se sospettiamo osteocondrite dissecante, alterazioni degenerative dell’articolazione o calcificazioni e la risonanza magnetica. In alcuni casi l’elettromiografia (EMG) può essere richiesta per escludere una sofferenza dei nervi che possono mimare una epicondilite.
Tra i test specifici ricordiamo il test di Cozen, Mill’s e Maudsley che vanno a provocare un dolore in regione epicondilare stressando i muscoli interessati [2].
Cura dell’epicondilite
Il trattamento dell’epicondilite è conservativo nella quasi totalità dei casi. Esistono diversi trattamenti che hanno dimostrato attraverso studi randomizzati e controllati di essere validi. Come prima linea può essere utile l’esercizio terapeutico (isometrico, eccentrico ecc…) associato a terapia manuale e all’utilizzo di integratori specifici. Tra queste metodiche l’esercizio rappresenta quella con maggiori evidenze in letteratura; Fattori determinanti saranno il tipo di carico, le modalità e le progressioni degli esercizi che devono andare a stimolare i tenociti a deporre matrice e fibre collagene nella direzione delle linee di forza così da rendere il tendine forte e funzionale. Come seconda linea possono essere introdotte delle terapie con mezzi fisici come la tecar terapia, la Laser terapia ad alta potenza e le Onde d’urto; In particolare queste ultime hanno un ampia letteratura a testimonianza della loro efficacia.
Qualora non si raggiungessero i risultati sperati si può ricorrere all’utilizzo di procedure percutanee ecoguidate come le infiltrazioni peritendinee con sostanze medicamentose (Cortisonici, Collagene, Acido ialuronico ecc..), needling tendineo, proloterapia (iniezione di soluzione glucosata che determina una reazione infiammatoria e progressivamente rigenerativa del tendine) e l’elettrolisi percutanea terapeutica (EPTE@) intratendinea. Quest’ultima è la procedura rigenerativa che ad oggi rappresenta la tecnica che personalmente utilizzo maggiormente per un rapporto costi-benefici/rischi assolutamente favorevole.