Tendinopatie

Cos’è la Tendinopatia (tendinite)?

Il termine “tendinopatia” descrive una condizione clinica caratterizzata da dolore, gonfiore e limitazione funzionale del tendine e delle strutture anatomiche contigue.
In passato il termine “tendinite” è stato usato per descrivere il dolore cronico riferito al tendine, sottintendendo la natura infiammatoria del processo patologico.
Tuttavia, gli studi istologici hanno dimostrato la presenza di lesioni degenerative in assenza o con minima presenza di componenti infiammatorie.
Sappiamo oggi come la maggior parte delle tendinopatie siano caratterizzate dalla degenerazione del collagene con disorientamento e assottigliamento delle fibre con presenza di cellule infiammatorie all’interno del tendine.
Proprio per questo, il termine tendinite è stato sostanzialmente abbandonato per utilizzare il termine più generico di tendinopatia in modo da raccogliere le varie manifestazioni della patologia.
L’incidenza della tendinopatia tende ad aumentare con l’età ed è più frequente nel sesso maschile; negli Stati Uniti si stima che il 7% delle visite mediche è da attribuire a tendinopatie croniche [1].

Sappiamo anche che le localizzazioni delle tendinopatie possono essere varie e spesso correlate con attività sportive o lavorative.
Tra queste possiamo annoverare la:

  • tendinopatia achillea
  • tendinopatia rotulea
  • epicondilite
  • tendinopatia della cuffia dei rotatori
  • tenosinovite di De Quervain
  • fasciopatia plantare

Quali sono le cause della tendinopatia?

Le tendinopatie hanno una eziologia multifattoriale in cui dobbiamo considerare dei fattori estrinseci ed intrinseci.

    1. Tra i fattori estrinseci vanno considerati l’attività sportiva, le calzature o gli equipaggiamenti utilizzati ma anche l’utilizzo di farmaci con effetto degenerativo sul tendine come i chinolonici (antibiotici) e i corticosteroidi soprattutto se utilizzati per via infiltrativa.
      Tra i fattori intrinseci possiamo annoverare fattori anatomici come il mal allineamento e la dismetria degli arti ed il peso corporeo, fattori metabolici come il diabete, l’ipercolesterolemia e l’ipotiroidismo.

Fattori Intrinseci Tendinopatia

  • Ipotiroidismo
  • Diabete mellito
  • Dislipidemia
  • Sesso femminile
  • Recente infortunio
  • Debolezza muscolare
  • Età (giovani e anziani i più a rischio)
  • Alterazioni posturali e strutturali

Fattori estrinseci Tendinopatia

  • Condizioni ambientali
  • Equipaggiamento sportivo
  • Tipo di sport
  • Metodologia di allenamento
  • Farmaci (chinoloni e corticosteroidi)

Le tipologie di tendinopatie

Le tendinopatie possono essere classificate in acute e croniche.

  • Le tendinopatie acute possono essere a loro volta divise in peritendiniti acute e rotture tendinee (parziali o totali).
  • Le tendinopatie croniche (da overuse) sono rappresentate da tendinosi, peritendinite ad impronta tendinosica, tendinopatia inserzionale e tenosinovite.

Diagnosi delle tendinopatie

La diagnosi viene posta attraverso un’anamnesi dettagliata ed un esame obiettivo che comprenda l’osservazione del paziente per poter valutare possibili alterazioni posturali, la palpazione delle zone dolorose in modo da poter evocare il dolore riferito dal paziente e l’utilizzo di test clinici, detti di provocazione, specifici per i vari distretti corporei da analizzare.
L’utilizzo della diagnostica può essere dirimente nei casi dubbi e soprattutto offre una maggiore completezza e precisione.
L’esame migliore per la diagnosi e la stadiazione delle tendinopatie è l’ecografia che rappresenta una metodica a basso costo, ad alta risoluzione con acquisizioni in real time).

Trattamento delle tendinopatie

Il trattamento delle tendinopatie varia in funzione della regione anatomica interessata e della gravità; l’approccio iniziale si basa sull’utilizzo di esercizi specifici e sulla correzione di problematiche posturali; è utile associare l’utilizzo di terapie fisiche strumentali di prima linea come Laser, Tecar, Ultrasuoni e onde d’urto radiali.
Qualora il dolore e la funzionalità non dovessero migliorare dopo 2-3 mesi si può considerare l’utilizzo di onde d’urto focalizzate [2].
Qualora neanche quest’ultimo approccio dovesse essere risolutivo si passerà all’utilizzo di pratiche interventistiche ecoguidate (fisiatria interventistica) come l’infiltrazione di acido ialuronico, il dry needling e l’elettrolisi percutanea.
Le tendinopatie, in particolare quelle da overuse, rappresentano un argomento vasto ed ancora molto dibattuto.
Il Fisiatra (coadiuvato dal fisioterapista) è in grado di diagnosticare e trattare le varie tendinopatie garantendo un approccio completo e personalizzato su ogni paziente secondo quelle che sono le più recenti evidenze della letteratura scientifica internazionale.

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